Composti fra il 1884 e il 1885 fu eseguita
nel 1885. Il primo movimento inizia con un
elegantissimo tema affidato ai violini in
ottava, esposto con tutta semplicità, sulla
base del quale si passa subito ad un
progressivo intrecciarsi contrappuntistico
di linee che tendono la melodia fino ad
accenderla di toni appassionati.
A questo primo episodio ne segue un altro,
quasi in funzione interlocutoria,
consistente nell'accostamento di idee
diverse, in genere di breve durata.
Terminata l'esposizione, anziché passare
direttamente allo sviluppo, Brahms
ripresenta il primo tema nella tonalità
originale. Ribadita l'idea di base,
l'effettivo sviluppo viene avviato in una
grandiosa elaborazione di tutti gli elementi
fin qui ascoltati.
La ripresa riproduce l'esposizione pressoché
integralmente e si collega a un'imponente
coda nuovamente introdotta dall'idea
iniziale, questa volta esposta ad accordi
pieni.
Il tempo lento risponde ad un criterio
compositivo analogo, basato sul ritorno
incessante di un tema esposto qui
inizialmente con massima nettezza dai corni.
Tra un ritorno e l'altro di questo tema si
collocano le idee musicali più diverse (un
gioco di accordi staccati degli strumentini,
una accorata melodia di corale, un concitato
dialogo tra archi e fiati) che seguono il
principio supremo della variazione recato a
un grado di estrema preziosità, non
essendovi elemento che non sia ricavato dal
tema così apparentemente semplice
dell'inizio.
Il terzo movimento, benché abbia il
carattere e l'andamento ritmico di uno
scherzo (però in 2/4) presenta tuttavia
affinità formale coi tempi precedenti:
conserva cioè la forma-sonata iniziando la
zona dello sviluppo con la ripetizione (alla
tonalità fondamentale) del tema iniziale.
Osserva però anche i principi del rondò e
della variazione, dando luogo a bruschi
mutamenti di colore, a esplosioni in
fortissimo seguite da incisi minutamente
frammentati, a una fioritura di accenti e di
ritmi. Il piglio gagliardo dell'insieme si
accorda con l'estremo lavorio
contrappuntistico che non ignora artifici,
come quello del moto contrario, per
arricchire il primo tema nelle diverse
ripetizioni.
Il culmine di questa complessità formale e
di scrittura è raggiunto nel finale, che
consiste in un seguito di 36 variazioni (tra
loro strettissimamente concatenate) su otto
note, disposte una per battuta, presentate,
all'inizio, in vetta a grandiosi accordi
intonati dagli strumenti a fiato. Il
riferimento ad una forma antica di
passacaglia o di ciaccona è scoperto.
Eppure, su questo impianto sapiente, Brahms
innesta una prodigiosa ricchezza di idee
musicali che non hanno nulla di arcaico: nel
rapido susseguirsi delle variazioni si
aprono spazi alla cantabilità appassionata,
ai modi tzigani, all'evocazione pastorale.
Le variazioni appaiono così raggruppate
secondo determinate caratteristiche non
molto diverse da quelle definite dal
discorso musicale brahmsiano quando adotta
la forma di sonata. In questo finale
potrebbero persino venire individuate una
zona sviluppo nelle variazioni centrali, una
ripresa (il ritorno degli accordi di fiati)
e una coda che rimane svincolata dal
riferimento alle otto note per adempiere più
liberamente alla propria funzione
conclusiva. Il magistero antico consente
alla sinfonia un suggello monumentale. |