Le Tre scene
dì villaggio del 1926 si ricollegano a
un ciclo (in cinque sezioni) intitolato
scene di villaggio per canto e
pianoforte composto due anni prima. La
versione per soli, coro e orchestra si
avvicina al canto corale dei contadini
slovacchi. Bartók, il quale era anche un
illustre etnologo musicale, scelse per
ogni "scena" due originali canzoni
slovacche assegnando a ciascuna un'abile
cornice determinata da una sonorità
moderna. La discrepanza tra la semplice
cultura rurale e il complesso linguaggio
orchestrale urbano è intenzionale.
Bartók riconobbe le lacune di entrambe
le forme di cultura, e tentò di
compensarle con la sua opera. La "Nuova
Musica" doveva avere qualcosa della
naturalezza della musica popolare, e i
contadini dovevano trovare un modo per
allacciarsi alla vita e all'arte dei
cittadini. |