MUSICA CLASSICA E ARTE  2008

1926

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A.Berg -  Suite Lirica
Suite lirica per quartetto d'archi (1925-26) — Pagina tra le più note di Berg, la Suite lirica segna il passaggio definitivo del compositore dal libero atonalismo all'adozione integrale del metodo dodecafonico schonberghiano. Peraltro il nuovo criterio compositivo non viene esteso all'intera Suite, ma solo al primo e al sesto movimento, e in maniera parziale al terzo e al quinto. Il variare dei modi d'impiego della serie dei dodici suoni avviene dietro una spinta inventiva ancora "tematica," che misura ad esaurire lo spazio cromatico onde ottenere una tensione espressiva continua, ma che di questo esaurimento non fa il solvente atto ad annullare la figura musicale, più che mai presente come dato strutturale primario. La tensione estrema del cromatismo, portato fino alla ebbrezza del sogno, lascia intendere quanto viva fosse nel Berg degli anni '20 la presenza wagneriana, sia pure esasperata e in certa misura rovesciata dalla partecipazione accorata ai più profondi turbamenti esistenziali dell'uomo del nostro tempo. I sei tempi sono: "Allegretto," "Andante," "Allegro," "Adagio," "Presto," "Largo"; 1'"Allegro" incorpora un "Trio" dodecafonico, mentre il "Presto" ne incorpora due. Da notare come sia spontanea l'accettazione del nuovo metodo compositivo dei dodici suoni, come esso giunga a coincidere con un momento preciso dell'autonoma maturazione stilistica e umana di Berg: tra sezioni dodecafoniche e sezioni atonali, infatti, non si registra alcuna frattura di stile.
Nel 1928 Berg trascrisse tre tempi della Suite per orchestra: il secondo, il terzo e il quarto.

 

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