Fino al momento
in cui abbandonò, nel 1917, la Russia,
Rachmaninov si vide sempre in primo luogo
come un compositore; e tendeva anzi a
considerare il proprio talento di pianista e
direttore d'orchestra, così richiesto, quasi
come un impedimento per il lavoro creativo.
Fu proprio in larga misura per sottrarsi a
questo genere di richieste che egli lasciò
Mosca per due anni, tra il 1906 e il 1908,
per recarsi a Dresda.
La decisione si rivelò fruttuosa: non vi è
infatti alcun altro momento della sua vita
in cui Rachmaninov sia riuscito a scrivere
tanta musica.
A questo periodo appartengono la Seconda
sinfonia, i Quindici Lieder, op.26, la Prima
sonata per pianoforte, il poema sinfonico
L'isola dei morti, ed il Terzo concerto per
pianoforte.
Il periodo di Dresda segna la riconquista da
parte del compositore della piena fiducia
nei propri mezzi, con il superamento della
crisi che era iniziata nel 1897, con il
disastroso fallimento della Prima sinfonia.
Il grande successo di una stagione londinese
nel 1898-99, ove apparve tanto come pianista
che come direttore d'orchestra, servì a
fargli ritrovare un minimo di fiducia in se
stesso, ma appena tornato a Mosca i dubbi
ripresero ad assalirlo con accresciuta
violenza.
Il suo stato psichico si aggravò al punto da
non permettergli di lavorare al Secondo
concerto per pianoforte, che si era
impegnato ad eseguire l'anno successivo a
Londra.
Fu solo dopo essersi sottoposto ad un
trattamento di sedute di ipnosi ad opera di
un tale Dott. Dahl (al quale è dedicato il
Concerto) che egli riuscì a terminare quella
che doveva poi essere la più popolare fra le
sue composizioni di maggior impegno.
La crisi era così superata; ma negli anni
seguenti la richiesta per le sue prestazioni
di interprete fu così intensa da lasciargli
ben poco tempo da dedicare alla
composizione.
Fu solo quando rinunziò al suo incarico di
direttore d'opera, prese a rifiutare
sistematicamente ogni altra proposta, e si
trasferì infine appunto a Dresda, che potè
realizzare le sue aspirazioni.
La pacifica atmosfera della città tedesca,
inoltre, riuscì a mitigare in qualche modo
il cupo pessimismo che pervade tanta parte
della musica di Rachmaninov.
Indubbiamente, il secondo ed il quarto
movimento della Seconda sinfonia sono di un
ottimismo assai raro nel resto della sua
produzione, anche se il movimento iniziale è
tra i più tragici da lui mai scritti.
In qualche misura, questa moderata tendenza
ottimistica si riflette nella sequenza
tonale dei movimenti, che da mi minore va a
la minore, la maggiore e mi maggiore, dalla
quale però non si ricava alcuna indicazione
del contrasto tra i primi due movimenti.
Malgrado sia ancora in minore, infatti, il
secondo movimento è pieno di gaia vitalità,
quasi ad anticipare Prokofiev.
L'intera sinfonia viene unificata dall'uso
di una breve frase tematica ricorrente, che
fa la sua comparsa proprio all'inizio
dell'ampia introduzione, in tempo lento.
Rachmaninov, tuttavia, non usa tale
espediente con le modalità ed i fini di
Ciaikovski, ad esempio, nella Quarta e nella
Quinta Sinfonia.
E' solo nel primo movimento che la frase
tematica assume un'importanza di primo
piano.
Altrove essa assolve invece una funzione di
connessione, apparendo in melodie di
accompagnamento, in passaggi di transizione,
ed a far da contrappunto a materiale di
maggiore importanza.
Essa fornisce al tempo stesso una cellula
germinativa, da cui frequentemente
scaturiscono nuove idee tematiche.
A tal fine la frase, malgrado la sua
brevità, risulta spesso suddivisa in piccoli
motivi, a loro volta soggetti anch'essi a
ulteriori addizioni.
Il funzionamento di questo modo di procedere
si può ascoltare nelle prime battute dopo
l'esposizione del tema da parte di
violoncelli e contrabbassi, ove i legni
riprendono, del tema stesso, la seconda e la
terza nota, mentre i violini primi ne
sviluppano ed estendono le ultime cinque.
Un altro mezzo di unificazione qui
utilizzato è quello di reintrodurre al
momento opportuno del materiale tratto dai
movimenti precedenti.
Il finale, così, nelle sue sezioni di
sviluppo, attinge a tutti e tre i movimenti
che l'hanno preceduto, mentre il tema
principale del secondo movimento, che alcuni
considerano la più bella tra le melodie
create da Rachmaninov, può facilmente esser
riconosciuto come una variante del secondo
soggetto del primo movimento. |