MUSICA CLASSICA E ARTE  2008

1909

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A.Schoenberg - Cinque Pezzi per orchestra op. 16
I Cinque Pezzi per orchestra op. 16 e la Serenata per sette strumenti e baritono op. 24 segnano l'inizio e la fine di un periodo di cambiamento radicale nell'opera di Arnold Schoenberg.
Questa fase iniziò con l'abbandono della tonalità tradizionale e si concluse con la formulazione del "metodo di composizione con dodici suoni imparentati solo tra loro".
In seguito, gli sconvolgimenti del vecchio sistema tonale e la conquista della libertà atonale si svolsero in maniera precipitosa quanto produttiva, mentre la riorganizzazione dodecafonica del materiale musicale procedette a tastoni.
Tra questi due punti trascorsero alcuni anni di silenzio, dovuti alla disintegrazione di tutte le concezioni dei valori durante la prima guerra mondiale e al successivo inevitabile distacco dal soggettivismo espressionistico della libera atonalità.

Uno sguardo ai dati cronologici rivela che i Pezzi per orchestra nacquero in un periodo di intensa attività: il lavoro di composizione e la stesura della partitura si svolsero tra il maggio e l'agosto 1909, un conseguimento che deve essere stato possibile soltanto con la massima concentrazione di lavoro.

Il nuovo procedimento costruttivo, del quale Schoenberg era convinto che avrebbe mantenuto il suo predominio per i successivi cent'anni, era assai lontano dall'enfatica affermazione fatta nell'agosto 1909 in una lettera a Ferruccio Busoni:

"Miro a una liberazione completa da tutte le forme, da tutti i simboli della relazione e della logica. Quindi: via dall' 'elaborazione tematica'. Via dall'armonia vista come forza unificante o elemento di costruzione di un'architettura. L'armonia è espressione e null'altro. Poi: via dal pathos! Via dalle eterne musiche che pesano quintali; dalla costruzione di grandi torri, di blocchi massicci ed altre robe gigantesche. La mia musica deve essere breve."

Questo postulato di uno stile asimmetrico senza cesure, di una forma non tettonica e priva di ripetizioni, Schoenberg lo realizzò in maniera particolarmente felice nel quinto dei Cinque Pezzi per orchestra ("Das obligate Rezitativ" - Il recitativo obbligato).

Nella successione di timbri con cui incomincia il terzo brano ("Farbe" - Colore), egli realizza per la prima volta l'esperimento di una "Klangfarbenmelodie" o melodia basata su valori timbrici, concetto per il quale Schoenberg più tardi avrebbe esposto le basi teoriche nel suo Manuale d'armonìa.

Parlando a Richard Strauss e riferendosi fra l'altro al nuovo tipo di composizione di superfici sonore nel secondo pezzo ("Vergangenes" - Cose del passato) - il continuo cambiamento della consistenza e densità musicale di figure ostinate ottenuto con combinazioni strumentali sempre nuove - Schoenberg definì i Pezzi per orchestra come una "variopinta alternanza di colori, ritmi e umori".

 

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