MUSICA CLASSICA E ARTE  2008

1927

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A.Schoenberg - Quartetto per archi n. 3
Nelle Variazioni per orchestra (1926-28) e nel Quartetto per archi n. 3 (1927), anch'essi basati su forme classiche, Schònberg rinunciò in gran parte a questo estremismo contrappuntistico e armonico, per fissare invece le caratteristiche stilistiche fondamentali della sua musica seriale, che si sarebbero mantenute costanti fino alla fine della sua vita. Le trasformazioni della serie in se stesse non sono naturalmente percepibili interamente all'ascolto; Schònberg stesso, del resto, criticò aspramente un ascolto indirizzato in questo senso. La serie aveva per lui la funzione di un motivo, mentre i temi si basavano in primo luogo su modelli ritmici, aperti a qualunque manipolazione seriale. A loro volta i ritmi tematici non erano fissi ed egli dimostrò una notevole abilità riuscendo a variarli senza comprometterne l'identità. La straordinaria ricchezza musicale è dovuta soprattutto all'interazione tra motivi melodici e ritmici, che nel corso dell'opera accumula gradualmente le più svariate affinità tra elementi eterogenei. Questo ha importanti conseguenze anche sull'evoluzione della scrittura battuta per battuta: le prodigiose combinazioni contrappuntistiche così tipiche delle composizioni tonali perdono terreno in favore di strutture relativamente semplici, nelle quali predominano una o due linee principali. Ma l'articolazione ritmica dell'accompagnamento, basata sulla rotazione regolare delle forme seriali, produce una ricchezza di riferimenti motivici e anche quell'ingegnoso gioco di ritmi, che diventerà una caratteristica importante delle partiture successive di Schònberg. In questo modo la sovrapposizione di idee, portata quasi sino al parossismo, pone l'ascoltatore in una prospettiva che gradualmente lo porta a scoprire con crescente facilità gli elementi significativi, al di là della superficie nettamente stagliata del discorso, con una familiarità che va crescendo man mano che l'orecchio si lascia trasportare verso il punto di fuga impercettibile della completa strutturazione seriale.

 

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