MUSICA CLASSICA E ARTE  2008

1903

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A.Schoenberg - Pelléas et Melisande
La prima opera orchestrale di Schònberg, la più lunga e ambiziosa, fu portata a termine nel febbraio 1903, quando il compositore aveva 28 anni. Poiché il momento più famoso, e il più antiwagneriano, nel Pelléas et Melisande di Debussy è la rapida, sussurrata confessione d'amore dei due protagonisti, ci si potrebbe sentir tentati di accusare di giovanile errore di calcolo il poema sinfonico di Schònberg con la sua elaborata organizzazione e la ricchezza della strumentazione, si potrebbe sostenere che è una rappresentazione troppo lunga e greve di un tema che per il suo vero carattere è legato alla reticenza e al ritegno. Ma anche Debussy riconobbe che nel testo di Maeterlinck c'era altro oltre al tono dimesso: "Il dramma del Pelléas, malgrado la sua atmosfera sognante, contiene molta più umanità dei drammi così detti dello 'squarcio di vita'". Evitando il naturalismo, Maeterlinck fu capace di scandagliare tanto più profondamente le emozioni umane e le situazioni psicologiche, e nell'opera di Debussy come nel poema sinfonico di Schònberg queste emozioni e queste situazioni sono spesso ritratte con grande efficacia.
Fu Richard Strauss che suggerì a Schònberg l'argomento nel 1902: né l'uno, né l'altro sapevano che l'opera di Debussy stava per andare in scena a Parigi. Ma Schònberg abbandonò l'idea di un'opera ancor prima di aver notizia del lavoro di Debussy, forse perché intuiva che il testo di Maeterlinck così com'era avrebbe richiesto un risalto che un compositore appartenente alla linea di Wagner e Strauss difficilmente gli avrebbe concesso. Quando Strauss, nel 1907, ascoltò l'opera di Debussy, disse: "Non c'è dentro nulla. Non c'è musica. Non c'è sviluppo. Se in un'opera c'è la musica io voglio che predomini: non deve essere subordinata ad altre esigenze." La musica e lo sviluppo - hanno certamente un rilievo predominante nella composizione di Schònberg, ma non tanto da rendere la vicenda irrilevante. In verità il Pelléas di Schònberg raggiunge un notevole equilibrio tra le esigenze della vicenda e il bisogno di una coerente struttura sinfonica. Perciò non è il caso di semplificare ad oltranza la famosa analisi di Berg e di parlare dell'opera come di una 'sinfonia in un movimento'. Gli elementi fondamentali di una forma sinfonica sono in verità presenti sullo sfondo man mano che la vicenda si svolge, ma in alcuni passi affiorano alla superficie più che in altri.
Dopo una introduzione lenta (1) che evoca l'ombrosa foresta in cui il principe Golaud incontra per la prima volta la misteriosa Melisande, come una trovatella, c'è una esposizione di ampio respiro (2) le cui principali sezioni tematiche ritraggono l'appassionato Golaud, il suo spensierato fratello minore Pelléas e la delicata Melisande.

Un episodio di transizione (3) che comincia a sviluppare i temi legati ai tre protagonisti - con un ulteriore motivo che rappresenta il Destino — conduce alla seconda parte principale del pezzo: le sue sezioni rappresentano le scene in cui Pelléas e Melisande si innamorano e Golaud diventa sempre più geloso: un breve scherzo (4) con carattere di danza è seguito da due episodi più lenti, il primo intensamente romantico (la scena nella torre dove Melisande si scioglie i capelli), il secondo evocante la scena nei sotterranei con i sinistri glissandi dei tromboni quando Golaud minaccia il fratello.

La terza parte è costituita da un'ampia introduzione (5) cui segue un Adagio (6 —7): una scena d'amore di carattere sempre più estatico, che finisce in modo violento quando Golaud ferisce mortalmente il fratello.

C'è poi una quarta parte (8 — 9) che non soltanto riprende elementi dell'introduzione e dell'esposizione, ma comprende anche una notevole coda in due sezioni: una marcia funebre (10) per la morte di Melisande ed un'ultima sintesi che sviluppa tutti i temi principali dell'opera (11) ed esprime il rimorso di Golaud, portando inesorabilmente alla cupa, tragica conclusione.

Pelléas und Melisande è strumentato per un'orchestra molto grande, e la sua scrittura è ricca di un fitto lavoro contrappuntistico; ma la grandezza di Schònberg fu di saper imbrigliare le forze di questo organico e controllare questa scrittura contrappuntistica, in modo da reggere fino in fondo discorso poetico e sinfonico di poderosa densità per una durata di circa 45 minuti. Sebbene si possano avvertire qua e là debiti nei confronti di Wagner, Strauss, Mahler e altri, la musica di Schònberg, anche nella sua fase più sontuosamente tardoromantica, era già chiaramente personale. Pelléas und Melisande è una grande opera di sintesi, a partire dalla quale uno dei più importanti innovatori del ventesimo secolo sarebbe andato avanti penetrando in un mondo nuovo, senza mai spezzare i legami con il vecchio.

 

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