MUSICA CLASSICA E ARTE  2008

1925

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Dmitri Shostakovich - Sinfonia n.1 in fa min. op.10
La Sinfonia n. 1 in fa min., composta da Sostakovic a Pietrogrado a soli diciannove anni, fra il 1923 e il primo di luglio del 1925, venne eseguita per la prima volta a Leningrado il 12 maggio 1926 sotto la direzione di Nikolai Malko, e procurò al compositore immediata popolarità non solo in Russia, ma anche al di fuori dei confini del paese.

Animata da un sincero e travolgente spirito giovanile, la Prima Sinfonia mostra già le linee essenziali dello stile di Sostakovic, basato su una ritmica incisiva e a tratti bizzarra, sull'uso spregiudicato della dissonanza e su un lirismo a volte talmente scoperto da risultare ambiguo.
L'influenza di Prokofiev è evidente, anche se la strumentazione già molto originale e il profilo dei temi rivelano la personalità inconfondibile del compositore.

Un Allegretto iniziale è introdotto da una figura grottesca intonata dalla tromba con sordina.
L'Allegro non troppo seguente, che costituisce la parte più cospicua del movimento, è aperto da un tema gaio e saltellante suonato dal clarinetto, che si riascolta, trasformato in un tempo più lento, nel terzo movimento, e quindi nuovamente modificato nel finale.
Un secondo tema di carattere lirico esposto dal flauto viene poi sviluppato, insieme al primo, secondo lo schema classico, salvo che in tale riesposizione l'ordine dei due appare invertito.

Il secondo movimento è uno Scherzo indiavolato, il cui tema beffardo si trasferisce a un certo punto al pianoforte accompagnato dai piatti, dai corni e dai bassi, prima che subentri il trio (Meno mosso), caratterizzato da un'idea disegnata da due flauti sorretti da un pedale di secondi violini; il tema iniziale è ricondotto pianissimo dal fagotto, poi la sonorità raggiunge un fortissimo, in cui il primo tema si mischia al secondo, e tutto infine svanisce (morendo).

Una mesta melodia cromaticamente atteggiata e imparentata col tema principale del primo tempo dà avvio al Lento successivo, intonata dall'oboe; il Lento approda di lì a poco a un Largo, anch'esso pervaso di malinconia e di drammaticità.

Un rullo di tamburo unisce senza soluzione di continuità il penultimo movimento al finale agitato, turbinoso, tematicamente riassuntivo della sinfonia, con un famoso passaggio (Adagio) per timpani soli e una gran fanfara conclusiva.

 

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