Comporre una
Prima Sinfonia poco ambiziosa non
sarebbe stato consono al carattere di
Scriabin. Non soddisfatto di una
semplice lotta con le normali sfide
formali, egli concepì l'opera
(completata nel 1900) con un'ampia
struttura a sei movimenti, aggiungendovi
un coro e due solisti vocali nell'ultimo
movimento, un adattamento di un testo
dello stesso Scriabin nel quale viene
esaltata l'arte.
L'opera che ne risulta è basata sullo
stesso materiale del quale è costruita
tutta la sua musica; gli umori che vi
scorrono sono gli stessi, le percezioni
alle quali tende sono le stesse.
Alla prima esecuzione, diretta a Mosca
il 29 marzo 1901 dall'insegnante di
Scriabin, Vassili Safonov, la sinfonia
fece poca impressione. Ma questo
risultato che amareggiò profondamente il
compositore fu dovuto probabilmente più
alla novità dello stile ed alla sua
portata che ad un grave difetto
inerente.
Quindici anni dopo il critico londinese
A. Eaglefield Hull scrisse della Prima
sinfonia: "È un capolavoro di grande
bellezza. Per me è un enigma perché
quest'opera non sia stata ancora
ascoltata in Inghilterra".
L'aggiunta del coro all'organico di
esecuzione ha numerosi precedenti
rispettabili e famosi. Dopo Beethoven,
anche Mendelssohn e Liszt avevano
scritto sinfonie con finale corale, e
Berlioz e Mahler erano andati ancora
oltre introducendo le voci in vari
movimenti sinfonici.
Benché la prima di Scriabin sia
decisamente un'opera innovativa, allo
stesso tempo essa rimane strutturalmente
collegata alla tradizione sinfonica.
Le forme sono infatti basate sui ben
noti principi della sonata. La portata
della musica ed i suoi metodi di
sviluppo sono assolutamente sinfonici,
come lo è anche l'accorgimento di
consolidare l'unità formale attraverso
la durata di quasi 50 minuti tramite il
ritorno, nel Finale, ad alcuni elementi
tematici del Lento iniziale. E se,
ragionevolmente, consideriamo questo
Lento come un'ampia introduzione,
l'opera assume la forma di una
tradizionale sinfonia in quattro
movimenti con l'aggiunta di un'apoteosi
corale.
Un aspetto stilistico particolarmente
interessante è la coerenza dello schema
ritmico della sinfonia. Con l'eccezione
di quattro battute isolate, sparse
attraverso il primo movimento, fino a
circa metà del Finale, l’intera opera è
scritta in metro ternario (oppure, nel
caso del secondo Lento, un metro
composto di due metri ternari). Ciò ha
un triplice effetto: innanzitutto
contribuisce a rinforzare l'effetto di
unità della sinfonia; inoltre aumenta il
senso di fluidità sinuosa che già in
questa prima sinfonia di Scriabin viene
causato dall'estensione della tonalità;
ed infine rende ancora più singolare
l'effetto del tempo comune del coro
conclusivo, dove finalmente viene rotto
lo schema prevalente del metro ternario.
Nelle ultime tre sinfonie Scriabin
s'allontana progressivamente ed
inesorabilmente dai concetti classici,
concentrandosi sempre di più sul suo
individualismo e misticismo religioso. |