MUSICA CLASSICA E ARTE  2008

1891

Indietro  
S. Rachmaninov - Concerto n.1 in fa diesis min. op.1
Il Concerto n.1 op.1 di Rachmaninov nacque come una specie di tesi di laurea presentata da un giovanissimo artista ambizioso che stava per licenziarsi dal conservatorio. Scolaro per il pianoforte di Alexandr Siloti, e scolaro per la composizione di Sergej Tane'ev, il diciottenne Rachmaninov era già in grado di comporre un concerto tale da qualificare apertamente e autorevolmente l'aspirazione a diventare pianista-compositore di successo internazionale.
Quindi, una tesi di laurea che è nello stesso tempo, potremmo dire, un discorso programmatico per una candidatura, e che ottenne il massimo degli allori e la dignità di stampa: Rachmaninov compose il Concerto tra il 1890 e il luglio del 1891, lo dedicò a Siloti e ne eseguì il primo tempo a Mosca, il 17 marzo 1892, sotto la bacchetta del direttore del conservatorio di Mosca, Safonov; nello stesso anno il Concerto fu pubblicato.
Nel 1899, quando suonò a Londra, Rachmaninov non esegui però il Concerto n. 1: venne invitato a tornare l'anno dopo per presentarlo al pubblico inglese, ma promise di portare un concerto nuovo. E così la prima esecuzione completa del Concerto n. 1 ebbe luogo nell'autunno, a Londra, con una pianista inglese.
Del Concerto n. 1 noi abbiamo però oggi familiare la versione che Rachmaninov preparò nel 1917, quando pensava di riutilizzare una composizione giovanile abbandonata da quasi due decenni. Le differenze tra le due versioni sono rilevanti ma non sostanziali: nel 1917, in particolare, Rachmaninov mise meno note nella parte del pianoforte e le collocò meglio, ottenendo un effetto più sicuro con minore fatica. Le caratteristiche di composizione giovanile vennero tuttavia mantenute anche in questa seconda versione, che Rachmaninov eseguì (ed incise in disco), dopo aver abbandonato per sempre la Russia, e che considerò definitiva.

L'impianto architettonico è quello comune a molti concerti di fine Ottocento: la parte pianistica è ardua e spavaldamente virtuosistica e il pianoforte ha l'assoluto predominio, però il rapporto tra il solista e l'orchestra non è di semplice subordinazione ma, almeno in alcune sezioni, di integrazione, perché alla fine del secolo la parte orchestrale di un concerto doveva essere interessante e per chi la suonava e per chi l'ascoltava.

E Rachmaninov dimostrò anche la sua vocazione di sinfonista (vocazione che, nel ventennio successivo, sarebbe stata la sua croce) con un episodio puramente orchestrale nel primo tempo e con la completa integrazione pianoforte-orchestra nel finale.
È molto strano che, dopo una così sicura e brillante partenza, Rachmaninov fallisse le mosse successive. Sarebbe stato logico, che nel 1895 partecipasse alla seconda edizione del Concorso Rubinstein. Invece, Rachmaninov si imbarcò nella creazione della Sinfonia n. 1, che gli costò due anni di lavoro e che fece un fiasco colossale alla prima esecuzione. Così, la carriera di pianista-compositore non venne veramente iniziata e la carriera di sinfonista venne mancata. Solo nel 1901 Rachmaninov riprese, e questa volta sfondando, il ruolo del pianista-compositore; poi, nel 1917, divenne pianista-interprete, e in quanto tale fu tra i più grandi che la storia ricordi.

Rachmaninov era fuggito dalla Russia rivoluzionaria, ma la partitura del Concerto n, 1 nella nuova versione venne pubblicata a Mosca nel 1920 dalle neonate Edizioni Musicali di Stato. Nel 1921 l'editore Gutheil, uscito anche lui dalla Russia, pubblicò il Concerto a Lipsia presso la Breitkopf e Hartel, con cui aveva stabilito da lungo tempo rapporti di collaborazione.

Il Concerto n.1 rappresenta da un lato l'esordio del Rachmaninov compositore e, dall'altro, l'esordio del Rachmaninov interprete, perché la versione del 1917 appartiene ad un artista che sa come ottenere il massimo dal materiale che tratta. Un serbatoio di idee compositive che verranno sviluppate più tardi (chiunque è in grado di scorgere nel Concerto n. 1 il bozzolo del più celebre Concerto n. 2) ed una scrittura perfettamente scaltrita. Questo è il Concerto n. 1: non una creazione assoluta, ma uno splendido saggio di ciò che bisogna saper fare per ottenere il successo nell'epoca a cavallo tra Ottocento e Novecento.

 

Copyright 2009 PAOLO FIORDALICE. Tutti i diritti riservati.